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La pratica del giovedì: Lüjin

Tradizione del Chö che proviene da Padampa Sangyé per il tramite di Machik Lapdrön e altri


Lüjin - La corta offerta del corpo

« E’ un insegnamento che permette di accettare positivamente l’indesiderabile, di superare i fattori avversi, di realizzare tutte le divinità e i demoni come la nostra mente e attraverso la conoscenza dell’uguaglianza fondamentale del me e dell’altro di tagliare con dei metodi potenti l’arroganza della presa-fissazione egoista. »

Djamgoeun Kontrul Rinpotché

Al suo arrivo in Tibet, Chö è divenuto uno delle otto grandi tradizioni di pratica del Vajrayâna. E’ allo stesso tempo un lignaggio, una pratica, una tradizione che si sviluppa in tutte le scuole tibetane del Vajrayâna. Chö è più spesso conosciuto per la sua pratica di Lüjin, quella che è regolarmente praticata il giovedì sera, ma è indispensabile non separare questa pratica dal suo contesto che è quello di una trasmissione piena e completa.

Questa pratica si sviluppa nell’intelligenza della Prajnâpâramitâ e nella bontà di Bodhicitta. Bontà e intelligenza, benevolenza e comprensione sono i due poli tanto del Mahâyâna quanto della pratica di Chö.

La pratica di Chö relazionale, l’offerta del corpo è come la pratica di Tonglen. Ne è una forma radicale nella quale accogliete completamente, totalmente e particolarmente ciò che non avete voglia di accogliere: tutti i vostri demoni! Darsi in una pratica di trasformazione, a ciò, a cosa, a chi si avrebbe tendenza a non donarsi. La nozione di demone è molto profonda e un demone è ciò che ci possiede. Dunque si potrebbe dire uno stato di possessione ma è un po’ romantico. Ciò che ci possiede è la presa-fissazione, la presa-fissazione dualistica. Per cui i differenti stati della presa-fissazione, ciascuno con il proprio livello e nel loro contesto sono altrettanti demoni. E quando il demone viene, solo o con altri, accoglierlo senza riserve e offrirgli tutto ciò che vuole, offrirsi ma in un processo di trasformazione. Il suo corpo diventa « amrita » che vuol dire nettare guaritore, nettare di vita che pacifica e libera il demone, lo riempie offrendogli a sazietà tutto ciò di cui manca, tutto ciò che lui viveva come un dovuto, un arretrato, un debito karmico, un problema non risolto.

Jétsun Milarépa affermò : « Prendi un demone come tale e ti nuocerà, sappi che è mentale e ne sarai liberato. Realizza la sua vacuità e l’avrai tagliato».

I demoni vivono, si sostengono sulla paura e sul NO! Ma la pratica di Chö è qui un modo di superare le proprie paure e di potersi aprire a una nuova dimensione di pace e al di là del no, al SI!

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